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Was der Kampf gegen Pestizide bringt

Che ruolo hanno movimenti cittadini come “Malser Weg” o Terra Bellunese nella transizione dell'agricoltura? Risposte delle ricercatrici Carolin Holtkamp e Simona Zollet.
Mals 2014
Foto: Umweltschutzgruppe Vinschgau
SALTO: Frau Holtkamp, Sie haben kürzlich Ihre Doktorarbeit zum „Malser Weg“ vorgestellt. Was hat diese Bewegung für Sie als Studienobjekt interessant gemacht?  
Carolin Holtkamp: Eine der Besonderheiten des „Malser Weges“ ist, dass diese Bewegung nicht nur ein Verbot von chemisch-synthetischen Pestiziden fordert, sondern gleichzeitig Alternativen für eine demokratische und nachhaltige Regionalentwicklung ermöglichte. Und: Der „Malser Weg“ hat mit der Volksabstimmung über das Verbot von Pestiziden neue demokratische Innovationen auf den Weg gebracht. Bürgerbeteiligung ist in der Gestaltung landwirtschaftlicher Prozesse noch sehr selten, die gibt es eher in der Stadtentwicklung und Raumordnung. In Mals wurde dagegen ein Zeichen gesetzt, dass Konsumentinnen und Produzenten mitbestimmen wollen, wie die Landwirtschaft und Ernährung in ihrer Heimat funktioniert. 
 
Und das ist auch aus soziologischer Perspektive interessant? 
 
Holtkamp: Ja, hochinteressant. Soziale Bewegungen werden in der sozialwissenschaftlichen Forschung generell derzeit als „Retter der westlichen Demokratien“ gehandelt, da sie eine politisch eher desinteressierte Bürgerschaft reaktivieren. Anti-Pestizidbewegungen werden eigentlich eher in den USA wahrgenommen und zum Teil auch im globalen Süden. Für den europäischen Raum sind sie kaum untersucht, obwohl da gerade sehr viel passiert. Nicht nur in Südtirol gibt es Proteste gegen die Ausweitung des pestizidintensiven Obstbaus. Bürgerbewegungen engagieren sich genauso gegen die Ausweitung des intensiven Weinanbaus in der Prosecco-Region. Wie in Mals spielt das Thema Gesundheit eine große Rolle. Menschen machen sich Sorgen um ihre Gesundheit und um unser Ökosystem. Dies kann ein enormer Hebel sein, um Agrar- und Ernährungssysteme nachhaltiger zu gestalten. 
 
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Caroline Holtkamp ist Agrar- und Regionalsoziologin und hat im Frühjahr 2023 ihre Dissertation an der Universität Innsbruck zur sozial-ökologischen Transformation im Obervinschgau abgeschlossen.
 
 
Signora Zollet, uno dei movimenti formatosi in risposta all'espansione della zona Doc del Prosecco in Veneto è Terra Bellunese, nato nel 2014 in provincia di Belluno assieme alla connessa campagna “Liberi dai Veleni”.
 
Simona Zollet: Ci sono due aspetti del caso Terra Bellunese - “Liberi dai Veleni” che sono particolarmente significativi: il primo è l’estensione geografica del movimento, che comprende numerosi comuni distribuiti su un territorio ampio e prevalentemente rurale; il secondo è la trasversalità della coalizione che ha dato vita alla campagna “Liberi dai Veleni”. La campagna, attiva soprattutto nel periodo 2015-2019, è stata in grado di riunire, sotto l’egida di una visione e un obiettivo comuni di tutela della salute umana e dell’ambiente, numerosi enti ed associazioni  – sia agricoli che della società civile – che già esistevano sul territorio. Sebbene l'opposizione ai pesticidi e all'agricoltura intensiva sia sempre stata al centro delle rivendicazioni del movimento, la campagna è inoltre riuscita, almeno in parte, ad andare ‘oltre’ l’agricoltura e ad includere una serie di tematiche legate alla sostenibilità a livello territoriale, tra cui la mobilità sostenibile, il turismo slow e le questioni energetiche.
 
 
 
Am Beginn beider Bewegungen stand also die Ausweitung der intensiven, industriell betriebenen Landwirtschaft: zum einen der Apfelanbau auf der Malser Haide, zum anderen der Weinanbau für die Prosecco-Produktion im Belluno. 
 
Holtkamp: Ja, die Umstellung kleinstrukturierter Viehbetriebe, die zunehmend unter wirtschaftlichen Druck gerieten, in Biobetriebe auf der einen Seite und intensive Obstbetriebe auf der anderen Seite waren in Mals der Ausgangspunkt. Als Pestizide auf ökologische Wiesen abdrifteten, wurden der Landnutzungskonflikt und die sozialen, ökologischen und gesundheitlichen Probleme des Obstbaus sichtbar. Das führte die Bewegung um das Jahr 2010 in die zweite Phase: der Protest und die Idee einer Volksabstimmung gegen Pestizide, bei der sich 2014 75 Prozent der Abstimmenden für ein Pestizidverbot aussprachen. Als klar wurde, dass der Volksentscheid nicht leicht umsetzbar sein würde, geriet die Bewegung in ihre dritte Phase, die Krise. Gleichzeitig wurde nach neuen Lösungen gesucht. Schließlich beschloss der Gemeinderat im Jahr 2016 per Durchführungsverordnung die Erhöhung der Abstände, die beim Ausbringen von Pestiziden zu Landgrenzen gehalten werden müssen – Pestizide wurden de facto verboten. Damit begann die vierte Phase: die langjährige und konfliktbehaftete Transformation hin zu einer selbstbestimmten Regionalentwicklung, die auch die bis heute andauernde Rechtsstreitigkeiten mit sich brachte. 
 
In quale di queste fasi si trova il movimento Terra Bellunese? 
 
Zollet: Nella fase attuale il movimento non è più molto attivo, poiché ha raggiunto in parte il suo obiettivo originario che era quello di indurre i comuni del Bellunese a dotarsi di una regolamentazione più restrittiva sull’utilizzo dei prodotti fitosanitari. L’obiettivo è stato raggiunto con la creazione, da parte di Terra Bellunese, di una bozza per un nuovo Regolamento di Polizia Rurale che i comuni della Provincia di Belluno potessero utilizzare come linea guida per aggiornare i rispettivi regolamenti comunali. Al momento, almeno tredici comuni hanno adottato tale regolamento, l’equivalente di quasi metà della popolazione provinciale. Un simile discorso vale anche per la campagna “Liberi dai Veleni”, che ha rappresentato, nel suo periodo di maggiore attività, la principale forma di protesta, attivismo e comunicazione degli obiettivi del movimento. 
 
Un bel successo quindi? 
 
Zollet: I maggiori successi del movimento Terra Bellunese e della campagna “Liberi dai Veleni” sono simili a quelli di Malles per quanto riguarda l’uso di strumenti di democrazia diretta e partecipativa. La bozza di Regolamento di Polizia Rurale è stata creata su iniziativa di un gruppo di cittadini, ed è poi stata approvata – senza sostanziali modifiche – da molti comuni della provincia. Si tratta di un importante esempio di democrazia dal basso, che contrasta con la consueta modalità con cui le leggi, anche a livello comunale, vengono ‘calate dall’alto’. A dare legittimità popolare al nuovo Regolamento di Polizia Rurale ha contribuito anche la raccolta firme promossa da Liberi dai Veleni, con migliaia di firme in un breve periodo di tempo. Infine, il processo di democrazia partecipativa con cui il comune di Feltre ha approvato il regolamento, concretizzatosi attraverso lo strumento dei laboratori di cittadinanza, rappresenta un esempio di come le decisioni che toccano direttamente la salute dei cittadini e del territorio possono essere prese attraverso l’azione diretta e il dialogo tra i vari stakeholders locali. 
 
 
 
Sehen Sie das für Mals ähnlich, trotz der Auseinandersetzung um die Rechtsgültigkeit eines Pestizidverbots?
 
Holtkamp: Die Umsetzung der direkten Demokratie war ein großer Erfolg auch in Mals. Im Unterschied zur Terra Bellunese hat die Landesregierung in Südtirol aber von Anfang an versucht, die Bewegung, insbesondere die Volksabstimmung, zu unterbinden. Ich denke gerade deshalb wurden die Malser nicht müde, weitere Lösungen zu schaffen. Neben der Volksabstimmung zum Pestizidverbot gelang es der Bewegung auch, Alternativen zum Obstbau anzubieten. Dazu wurde zum einen ein Bürgerbudget in Höhe von 200.000 Euro verabschiedet; Bürger*innen durften Projekte einreichen und darüber abstimmen, welche umgesetzt werden. Darüber hinaus haben sich in Mals einige Initiativen gebildet, die ein alternatives Leben und Wirtschaften fördern: Die Bürgergenossenschaft Obervinschgau hat heute rund 20 Angestellte, die regionale Lebensmittel vermarkten, Kultur- und Bildungsangebote bieten und die biologische Landwirtschaft fördern. Die Sozialgenossenschaft Vinterra bietet Arbeitsplätze für Menschen, die auf dem normalen Arbeitsmarkt schwer Fuß fassen, eine Waldorfschule bietet alternative Bildungskonzepte, zahlreiche lokale Betriebe vermarkten lokal angebaute Lebensmittel.
 
Zollet: Questo è uno dei maggiori aspetti di debolezza in provincia di Belluno, ovvero la mancanza di iniziative d'ampio respiro per fornire "alternative". Esistono alcune iniziative private, tra cui cooperative e il gruppo di agricoltori biologici DolomitiBio, ma c'è bisogno di un piano più ampio e concreto, che includa finanziamenti e il sostegno agli agricoltori che vogliono passare al biologico. Ciò non significa tuttavia che la visione guida del movimento, ovvero la creazione di un sistema agroalimentare più salutare, sostenibile e resiliente nella provincia di Belluno, sia scomparsa: al contrario, essa continua a vivere negli sforzi, tuttora in corso, di creare un distretto biologico. Il distretto biologico appare come il framework più articolato e per favorire una più vasta conversione verso l'agricoltura sostenibile e la protezione dell'ambiente, del territorio e dei suoi cittadini. Un distretto biologico permetterebbe inoltre di creare un dialogo tra cittadini, le istituzioni locali (tra cui l’Istituto Agrario di Feltre che si è da alcuni anni convertito al biologico) e i vari stakeholder del mondo agricolo. Molti dei membri del Comitato Promotore del distretto biologico sono attivi da molti anni sul tema dell’agricoltura sostenibile, il che dimostra la continuità dell’iniziativa con il precedente movimento.
 
 
 
Der Malser Weg brachte aber auch viel Polemik, Streit und Spaltung.
 
Holtkamp: Einige Malser*innen sprechen davon, dass die Dorfgemeinschaft gespalten wurde. Nachdem der Gemeinderat das Ergebnis der Volksabstimmung nicht anerkannte, hat die Malser Bewegung sich mit internationalen Aktivist*innen vernetzt, die gegen Pestizide und für eine alternative Landwirtschaft sind. Deren Unterstützung machte die Bewegung international bekannt, gleichzeitig nutzen die Aktivist*innen Mals aber natürlich auch für ihre Zwecke. Dementsprechend gab es eine stärkere Polarisierung in Gegner und Befürworterinnen von Pestiziden, worunter viele Malser*innen litten. Andererseits hätte ohne diesen externen Aktivismus, und schließlich auch durch das Interesse der Medien in Deutschland, Österreich und der Schweiz, kein so hoher Druck auf die Südtiroler Landesregierung aufgebaut werden können.  
 
Und der Druck hat etwas bewirkt?
 
Holtkamp: Aufgrund des Drucks mussten die Landesregierung und der Bauernbund gegen die Pestizidabdrift aktiv werden. Sie versuchten, das Problem vor allem mit technischen Innovationen wie angepassten Spritzdüsen und mit besseren Gesetzen für den Randbereich zwischen Obstplantagen und Grünland zu lösen. Gleichzeitig gab es auch Versuche, die demokratischen Innovationen der Bewegung zu unterdrücken. Es wurden diverse Klagen eingereicht, gegen die Erhöhung der Mindestabstände beim Ausbringen von Pestiziden, gegen die Frage der Volksabstimmung, gegen die Anti-Pestizidkampagne der externen Aktivist*innen. 
 
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Simona Zollet è professore presso l’Università di Hiroshima in Giappone. Si occupa di sviluppo rurale e di transizione verso sistemi agro-alimentari sostenibili a livello territoriale sia in Giappone che in Italia, soprattutto nella sua terra d’origine Belluno.
 
 
In provincia di Belluno invece finora non ci sono state controversie legali.
 
Zollet: Ciò è probabilmente dovuto al fatto che i pesticidi non sono stati interamente proibiti, ma il loro uso è stato fortemente regolamentato. Inoltre i produttori agricoli locali non si sono mobilitati contro il nuovo regolamento, perché la coltivazione estensiva di foraggio per l'industria lattiero-casearia locale – che non richiede l’uso di molti pesticidi se paragonata a frutticoltura e viticoltura – rappresenta ancora la produzione agricola predominante. Le aziende che praticano frutticoltura e viticoltura intensiva, nonostante il loro significativo aumento, per il momento esercitano un’influenza meno forte sul territorio.
 
Wie geht es nun weiter, im Obervinschgau? 
 
Holtkamp: Der Staatsrat in Rom muss immer noch klären, ob Gemeinden in Südtirol die Zuständigkeit haben, ihre Bürger*innen durch lokale Maßnahmen vor Gesundheitsgefährdungen zu schützen oder ob die Kompetenz auf Landesebene liegt. Mittlerweile haben schon einige Staatsräte gewechselt – bislang ohne eine Entscheidung zu treffen, was die Brisanz des Themas unterstreicht. Der Apfel ist Südtirols wichtigstes Exportprodukt. Wenn es der Gemeinde Mals ermöglicht werden sollte, die Abstände zu erhöhen, die beim Ausbringen von Pestiziden eingehalten werden müssen, dann könnten andere Gemeinden es auch versuchen. Trotz dieser ungeklärten politischen Frage sollte es aber weitergehen. Denn es wäre nicht nur für den Oberen Vinschgau, sondern auch für die Wirtschaftlichkeit des gesamten Obstbaus in ganz Südtirol wichtig, eine Lösung für die Malser Haide zu finden. 
 
Wieso? 
 
Holtkamp: Der europäische Apfelmarkt ist bereits gesättigt. Jeder Apfel, der in Mals angebaut wird, ist ein Apfel zu viel, denn eine Vergrößerung des Angebots lässt die Preise am Weltmarkt sinken. Für den Oberen Vinschgau sollten zukunftsfähige Lösungen gesucht werden, die auf den Potenzialen der Region aufbauen. Eine „Bio-Tourismus-Region“ wäre sicherlich ein spannendes Vorreiterprojekt. Doch vor allem ist es wichtig, Lösungen mit der lokalen Bevölkerung zu erarbeiten, denn die wird keine Ruhe geben. Dazu gibt es auch interessante Dialogformate. In der Gemeinde Feltre wurde der Konflikt um die Ausbringung von Pestiziden zum Beispiel durch einen Bürgerrat bearbeitet, in dem sich zufällig ausgewählte Bürger*innen in mehreren Treffen mit einem konfliktiven Thema auseinandersetzen und politische Empfehlungen für den Gemeinderat ausarbeiten. Dies könnte auch interessant sein, um den noch immer schwelenden Konflikt über die Ausweitung des intensiven Obstbaus auf der Malser Haide in eine zukunftsfähige Lösung zu transformieren.
 
 
Susanne Pitro ist ehemalige Redakteurin und aktuell freie Mitarbeiterin von SALTO.